Prende ispirazione da una delle più celebri poesie della modernità il nuovo ciclo di opere che Giovanni Frangi presenta a Udine in collaborazione con la Stamperia d’arte Albicocco.
“Voyelles” è il capolavoro di Arthur Rimbaud scritto nel 1871 e pubblicato nel 1883; “Vocali” è il titolo di questa serie di incisioni ad acquatinta di Giovanni Frangi. Com’è noto il poeta francese con i suoi versi si avventura in un gioco visionario di associazione tra il suono delle vocali, componenti minime del linguaggio, e i colori. La “A” è il nero a cui si oppone il bianco che risuona nella “E”; la “I” è il rosso violento che crea un attrito con il verde che risuona nella “U”; infine la “O” associata al blu, colore abissale che rimanda all’“Omega”.
Frangi in questo suo nuovo lavoro segue la logica eccitata del grande poeta francese che va di contrasto rispetto ad accoppiamenti di segno naturalistico, per lasciar spazio ad associazioni più libere e visionarie. È una scelta ancor più significativa in quanto con il ciclo “Vocali” Frangi rivisita alcune tra i “topos” centrali della sua produzione: ritroviamo il tema degli Arcipelaghi, di Venezia, dei sassi, del fiume, delle cascine sul pendio del San Bernardino. Ognuno di questi temi viene però presentato con associazioni che ne forzano la visione: così l’Arcipelago è il nero che riporta ai “golfes d’ombre” della poesia di Rimbaud. Il bianco è una Venezia filtrata da uno sguardo fantascientifico. Le nevi scoscese del San Bernardino sono bagnate di un rosso quasi cruento. Sulle acque del torrente è stata proiettata una luce verde smeraldo. Infine i sassi galleggiano come meteoriti dentro la profondità di un blu cosmico.
Quello che Frangi compie è quindi un viaggio a ritroso rispetto ad alcuni temi centrali che hanno scandito la sua parabola artistica. Ma adottando la lente dei versi scardinanti di Rimbaud, è come se facesse scattare altre inedite risonanze rispetto a quelle visioni ben famigliari. Con queste associazioni cromatiche dissonanti le immagini innescano stimolazioni sensoriali impreviste, secondo quel metodo “sinestetico” che Rimbaud ha attivato con i versi della sua poesia.
Ogni lastra corrisponde ad una strofa, e va quindi visto in un insieme che finisce con il prendere le proporzioni allungate e quindi “cinematografiche” di una predella per un polittico contemporaneo.
Le cinque incisioni sono state realizzate ad acquatinta; per tre delle cinque carte (quelle con il blu, il verde e il rosso) l’artista ha fatto ricorso ad una doppia lastra per dar vita all’intervento cromatico.
Vocali è frutto della consolidata collaborazione di Giovanni Frangi con la Stamperia d’Arte di Corrado e Gianluca Albicocco a cominciare dall’edizione Estate a notte, al ciclo Pasadena esposto la prima volta alla Gamud nel 2008, all’intervento a Roma all’Istituto centrale della Grafica a Palazzo Poli in relazione alla mostra Settembre nel 2016. Proprio grazie alla loro passione e competenza è stato possibile all’artista sperimentare queste nuove soluzioni in spirito “rimbaudiano”.